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I valori del Volontariato

valori

Il volontariato opera in Italia con specifiche caratteristiche e valori che lo identificano fra tutte le altre componenti della solidarietà organizzata. 

I valori essenziali sono:

Gratuità – Dono

  1. “Valori” è l’aiuto “donato” produce in chi lo offre e porta a chi lo riceve un messaggio positivo sulla sua vita. Chi dona infatti investe senza tornaconto e a fondo perduto su un’altra persona.
  2. La capacità di donare ci libera dal dilagare delle logiche economiche del profitto e del tornaconto “esclusivo” ed “escludente”.
  3. Il Donare evidenzia la libertà di poter disporre di se stessi e delle proprie risorse per un bene che è un “bene comune” al quale si ha la possibilità di contribuire.

Altruità – Terzietà

  1. Agire per il beneficio di altra persona non facente parte del proprio ambiente, implica il riconoscimento:

– dei valori di ogni altra persona;
– dei molteplici interessi comuni tra noi e gli altri;
– della possibilità di intervenire positivamente sul destino di altre persone.

  1. Agire a favore di un altro non implica lo stare su un piano superiore nei suoi confronti. E’ invece possibile farlo esortando contemporaneamente l’altro ad essere, a sua volta, risorsa per altre persone (valore di reciprocità indiretta).
  2. Anche le organizzazioni di auto-aiuto e di mutualità, sebbene concepite per una reciprocità diretta, possono aprirsi. Spesso si aprono all’aiuto di persone non appartenenti alla propria cerchia.

Relazione d’Aiuto (condivisione – prossimità)

  1. Ogni esperienza solidale del volontariato implica il contatto tra chi offre l’aiuto e coloro che se ne possono avvalere a partire da una condizione di disagio-bisogno. Tale relazione costituisce e costruisce dimensioni sociali. Dimensioni che sono spesso carenti e faticose all’interno degli orientamenti e comportamenti della cultura dominante.
  2. Il prendere in carico, condividendo nella prossimità e nella quotidianità i disagi e le risorse per affrontarli, induce gradualmente l’acquisizione di stili di vita e di comportamento che ricostituiscono e consolidano un tessuto sociale spesso disgregato e frazionato.
  3. La relazione che scaturisce fra persone in difficoltà e persone che si spendono gratuitamente nelle problematiche del disagio, ha delle caratteristiche particolari legate al senso di fiducia e alleanza richiesti da un “donare solidale”. Tale relazione integra e qualifica gli interventi degli operatori sociali professionali. Questo soprattutto attraverso gli speciali livelli di confidenza che in essa si sviluppano.

Promozione Umana

  1. L’attenzione all’altro alla sua specificità e al suoi valori si esprime soprattutto nell’investire gratuitamente. È pertanto, necessario che l’altra persona sia aiutata a recuperare il protagonismo sulla propria vita attraverso un servizio che punti alla sua piena realizzazione.
  2. È importante che il servizio dei volontari non alimenti situazioni di dipendenza che pongano i beneficiari nella necessità continua ed esclusiva del loro volontariato.
  3. Promuovere il protagonismo di chi è nel disagio non punta a sviluppare un’autosufficienza che precluda successive relazioni di solidarietà. Piuttosto è un valore che promuove un’interdipendenza basata su dinamiche di solidarietà in cui ciascuno esprime i propri doni. Da questa scaturiscono più facilmente quei servizi innovativi e che spesso rinnovano e ricodificano gli assetti ordinari dell’intervento sociale.
  4. Il superamento di ogni assistenzialismo si basa, sul ricercare e rimuovere le cause (personali, istituzionali e culturali) che portano le persone nel disagio, anche attraverso il loro protagonismo. Infatti, oggi più che mai è necessario che qualsiasi forma di intervento sociale garantisca a chi è aiutato, un valore significativo di accoglienza e di valorizzazione.
  5. La formazione dei volontari e dei responsabili delle organizzazioni è pertanto un presupposto fondamentale che in un cointinuum adeguato accompagni la maturazione umana, sociale. Nonchè lo sviluppo di competenze dei volontari e le mutevoli esigenze dei destinatari degli interventi e delle finalità perseguite come valori fondamentali.

Libertà e Autonomia

  1. L’intervento gratuito, per il “bene” di una collettività non strettamente appartenente alla propria cerchia, offre al volontario ed alla sua organizzazione una posizione privilegiata nel dialogo con il territorio e con le sue istituzioni.
  2. A differenza di molte altre organizzazioni il volontariato può non dipendere dalle risorse di un finanziatore. Ciò mette in grado i volontari di potersi confrontare, a partire da una coscienza critica libera e costruttiva, con tutti gli attori sociali di un territorio.

Solidarietà – Servizio

  1. Questa dimensione, riconosciuta come dimensione portante del volontariato e dei suoi valori, è comunque condivisa con molte altre esperienze. Nel volontariato però lo Stato riconosce un contesto in cui essa si sviluppa in modo particolarmente significativo, essendo fondamento di ogni aggregazione sociale ed istituzione sociale (L.266 e Sentenza Corte Costituzionale relativa all’art.1).
  2. Il significato ultimo di questa dimensione sta nel riconoscere e nell’investire per rispondere ad un comune retaggio umano di problemi sociali, disagi e povertà. Fattore che sta alla base di ogni sviluppo o ricostituzione della famiglia umana nel suo complesso di valori.
  3. In special modo, così operando i volontari assumono un particolare peso negli adempimenti, previsti all’art.4 della costituzione, finalizzati a concorrere allo sviluppo sociale e civile del paese.

Finalità

  1. La finalità promozionale e sociale di ogni impegno di solidarietà si basa su un senso di responsabilità. A partire dall’attenzione al vero bene dei destinatari, i volontari acquisiscono una particolare capacità di discernimento e di vigilanza anche verso l’uso di se stessi e l’onere richiesto al proprio contesto familiare e professionale.
  2. La maturazione di questo senso di responsabilità porta progressivamente il volontario a percepire il disagio altrui come un disagio della propria realtà sociale.
  3. In una fase avanzata di questo processo di maturazione, spesso i volontari percepiscono sempre più i problemi degli altri come “propri”, così come quelli delle istituzioni e del proprio contesto sociale.

Animazione e Promozione Culturale

  1. Nell’ultimo decennio si è resa sempre più palese l’incidenza delle dinamiche di emarginazione e di rifiuto verso persone in difficoltà. I volontari colgono ormai con crescente sensibilità, la necessità di creare attorno alle persone aiutate veri e propri contesti di accoglienza e inserimento sociale.
  2. Questo impegno incontra le molteplici resistenze di un diffuso atteggiamento culturale di diffidenza, paura, rifiuto e penalizzazione di chi ha sbagliato. Ne deriva una nuova frontiera di impegno solidale. Quest’ultima è rivolta non più e soltanto a chi è in difficoltà, ma a rimuovere i limiti e le difficoltà culturali della gente comune.
  3. In questa faticosa costruzione di nuova cultura, i volontari necessitano di spazi propri di aggregazione e di elaborazione dei loro messaggi culturali.
  4. Si rilevano in questo senso utili le grandi reti di aggregazione di volontariato e le funzioni promozionali e formative espresse dalle agenzie di servizio al volontariato.

Continuità

  1. L’aiuto responsabile non si accontenta di un dono occasionale (ETC, 37, CEI 1990) ma offre un servizio affidabile. Questo permette ai beneficiari i orientarsi verso una risposta significativa alla loro condizione.
  2. Volontario è infatti colui che si determina nel servizio (volontà) e rappresenta per esso una risorsa in continuum. Al di là del fatto che tutte le persone possono occasionalmente esprimere gesti solidali.

Agire Insieme – Collaborazione – Visibilità sociale

  1. Nel bacino delle persone che si impegnano in continuità gratuitamente in aiuto di altri, molte persone sentono l’importanza di agire condividendo e valorizzando i propri contributi insieme ad altri volontari.
  2. La collaborazione fra alcuni o più volontari intorno ad uno scopo condiviso identifica e connota un’organizzazione di volontariato. Ciò la rende quindi socialmente visibile da tutti gli altri attori della società civile.
  3. Tale caratteristica costituisce il presupposto per azioni ed aiuti che siano frutto di un’integrazione fra diverse capacità, attitudini e risorse.

Cittadinanza (diritti, territori, partecipazione, …)

  1. Proprio per la sua vicinanza e condivisione con i contesti più estremi del disagio il volontario alimenta una sensibilità alle contraddizioni ed alle ingiustizie.
  2. Questa speciale condizione dei volontari li spinge ad assumere una funzione di coscienza critica nei confronti della società di cui fanno parte, per dare voce a chi non ha voce. Ciò a partire da significativi contributi. Come ad esempio con l’analisi critica e costruttiva dei servizi già espressi dalle istituzioni pubbliche e private del territorio.
  3. Attingendo alla propria storia il volontariato promuove la giustizia sociale in collaborazione leale e vigile con tutte le realtà sociali.

Cooperazione nel territorio: agire in rete, agire integrato

  1. L’adeguatezza e la fruibilità dei servizi sociali, sanitari e assistenziali, nonché delle agenzie per la promozione culturale e ambientale, rappresentano un passaggio fondamentale per ogni significativo intervento di solidarietà.
  2. La modalità più efficace e più concreta per incidere sulla qualità dei servizi, i volontari possono esercitarla attraverso interventi di cooperazione fra le loro organizzazioni e gli altri servizi del territorio, in una dinamica di integrazione che costruisca reti di solidarietà.
  3. Tale processo di integrazione favorisce inoltre l’impegno, altrettanto prezioso per la sensibilità dei volontari, di concorrere alla progettazione sociale dei servizi del territorio, i cui spazi di partecipazione sono previsti dalla recente legislazione degli Enti Locali.

Capitale sociale

  1. I servizi, le prestazioni, il tempo e le risorse messe a disposizione da parte dei volontari nelle diverse situazioni di bisogno rappresentano un incalcolabile risorsa per la qualità della vita del paese.
  2. Tale gettito e investimento di risorse è il principale indicatore della capacità del Paese di provvedere con responsabilità al proprio sviluppo culturale ed alla crescita della qualità della vita.

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